Parlare della Storia di Alexander McQueen, maison inglese che non ha bisogno di presentazioni, sta a significare raccontare il genio, espressione di pura creatività. Si tratta di una storia piuttosto recente e relativamente breve soprattutto se paragonata alla longevità di alcune delle case di moda che ben conosciamo, ma decisamente intensa, talmente tanto intensa da aver reso Alexander McQueen uno dei simboli dello stile d’oltremanica nel mondo, al pari di Burberry o Vivienne Westwood.
La storia di Alexander McQueen: quando la moda é creatività pura che scaturisce dalla provocazione.
Inevitabilmente la storia di Alexander McQuenn intesa come azienda del settore moda, è legata a quella dell’omonimo stilista che le ha dato vita e successo nonostante tutto. Lo stilista dopo varie esperienze in questo settore, ha imposto di fatto il suo nome a partire dal 1996, quando gli é stato affidato l’importante ruolo, ricoperto fino al 2001, di direttore creativo di Givenchy. Parallelamente, in quegli anni McQueen ha potato in passerella le creazioni che portavano il suo nome non senza farsi notare per eccentricità e trasgressione: celebre fu la passerella del 1999 in quel di Londra, quando comparve la modella Aimee Mullins che, priva di gambe, sfilò con le sue protesi.
Il 2001 é stato un anno importante per la storia di Alexander McQueen, perché ha visto il gruppo Gucci acquisire parte del marchio, consentendone così l’espansione e l’apertura di nuove boutiques tra Londra, New York City e Milano.
“Noi inglesi viviamo su un’isola, ed essendo isolati dobbiamo gridare più forte degli altri affinché qualcuno ascolti cosa abbiamo da dire”
Fil rouge delle creazioni di McQueen, fortemente ispirato dallo stile unico della sua musa Isabella Blow, é stata sempre la provocazione permeata dai suoi incubi, che prendeva vita attraverso piume e metalli, forme scultoree, tacchi vertiginosi al limite della portabilità, in contrapposizione con gli impalpabili dettagli in organza e chiffon.
Purtroppo, ad un certo punto, questi incubi lo hanno sopraffatto, portandolo a togliersi la vita, a soli 40 anni, l’11 febbraio 2010.
Ma questo tragico evento non ha fatto spegnere i riflettori su Alexander McQueen inteso come personaggio e casa di moda. Basti pensare che soltanto poco più di un anno dopo, il MET di New York ha segnato record di presenze in occasione della mostra Savage Beayty a lui dedicata, prolungando addirittura l’esposizione delle sue creazioni al pubblico per poter far fronte alla richiesta dei visitatori.
Subito dopo la sua scoparsa, é stata Sarah Burton ad aver preso il imone della casa di moda, vantando a sua volta successi degni di nota (é stato disegnato da lei il Dress of the Year 2011), e l’onore di disegnare l’abito da sposa della Duchessa di Cambridge per il royal wedding del 29 Aprile 2011.
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