Sta arrivando l’estate, insieme ad uno dei suoi capi caratteristici che più si è evoluto dalla sua nascita sino ai giorni nostri. Oggi parliamo dell’evoluzione del costume da bagno!
Origini
Mentre in alcune civiltà era consentita la nudità per fare il bagno a mare, in altre no ed è così che nasce l’abito da bagno, il quale ha origini molto antiche: basti pensare ai mosaici romani di Villa del Casale, a Piazza Armerina, che ritraggono giovani fanciulle in bikini che giocano a palla.
In Giappone gli uomini indossavano il fundoshi, un tradizionale perizoma simile a quello utilizzato dai lottatori di sumo.
Nel 1800 le donne cominciarono a indossare vere e proprie gonne da bagno caratterizzate da tessuti spessi che evitassero le trasparenze una volta entrate in acqua e i cui bordi erano appesantiti per non alzarsi.
Dal 1850 al 1910
In questi 60 anni non ci sono grandi cambiamenti: il costume da donna è un unico pezzo con le maniche corte e i “pantaloni” che arrivano sopra il ginocchio. Non è raro che si indossino dei calzettoni che arrivano a coprire l’intero polpaccio.
Gli anni ’20
Le maniche corte scompaiono in favore di spesse bretelle e i pantaloni si accorciano fino all’interno coscia. Il costume continua ad essere formato da un unico pezzo.
Gli anni ’30
Le scollature diventano più ampie e i pantaloncini si staccano finalmente da corpetto, lasciando, però, solo una piccola striscia di pelle libera poco sotto il seno.
Gli anni ’40
Il 1946 è un anno importante per l’evoluzione del costume da bagno: il sarto francese Louis Réard inventa il bikini, formato da reggiseno e coulottes dalla sgambatura praticamente inesistente. L’ombelico rimane rigorosamente coperto. Il bikini ci metterà qualche anno per essere accettato: molte donne non osavano indossarlo.
Gli anni ’50
La moda degli anni ’50 predilige per gli abiti femminili la valorizzazione delle curve e ciò si riflette anche nella moda mare: gli scolli sono a cuore, le spalline si annodano dietro al collo evidenziando il petto o scompaiono completamente, i fianchi sono stretti in fasce aderenti o vengono messi in evidenza da piccole gonnelline appena accennate. Per farvi un’idea, pensate all’iconico costume bianco di Marilyn Monroe.
Dagli anni ’60 agli anni ’80
Dagli anni ’60 in poi, le dimensioni del bikini cominciano a rimpicciolirsi progressivamente: l’ombelico esce allo scoperto, le spalline si assottigliano, il seno è coperto da triangolini striminziti e gli slip sono sempre più sgambati. C’è un tripudio di colori e fantasie.
Gli anni ’90
Baywatch influenza enormemente la moda mare degli anni ’90: il costume intero è di nuovo in voga, ma stavolta la sgambatura è vertiginosa. Sempre per influenza della serie televisiva, il colore rosso è il top.
L’evoluzione del costume da bagno dal 2000 ad oggi
Negli ultimi 20 anni, l’evoluzione del costume da bagno è stata velocissima: al costume intero e al bikini si è aggiunto il trikini: un bikini in cui il pezzo superiore e quello inferiore sono collegati da una striscia più o meno stretta che copre la pancia. Non ci si preoccupa più dei segni dell’abbronzatura: elementi come fasce, trasparenze, monospalla, buchi, fili modellano il costume. Non esiste più una moda univoca, ogni costume da bagno è un pezzo a sé con le sue caratteristiche particolari. Non si può certo dire che oggi non ci sia una vasta scelta per tutti i gusti e per tutti i fisici!
Fonti foto: domani.it, www.qnm.it, www.listal.com, www.stylosophy.it
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