Cristobal Balenciaga: il sarto mistico. Il monaco della moda anche perchè non si affaccia mai alle sfilate, nemmeno alle sue. Tanto che qualcuno arriva a dubitare della sua esistenza.
Un ragazzino basco noto per la sua capacità di rifare i tailleur di Poiret per la marchesa di Casa Torres. Cristobal Balenciaga: il sarto mistico ma anche costoso ed intransigente. Le sue modelle erano brutte ma chic, le sue sfilate di un silenzio e di un ordine quasi religioso, le tariffe esplosive. E gli abiti? Decisamente bellissimi. Da togliere il fiato.
Nasce nei Paesi Baschi da madre sarta, da cui prenderà lo spunto per i suoi primi lavori di cucito per il suo cagnolino. Ottiene il suo primo lavoro grazie alla marchesa di Casa Torres, che dopo aver ricevuto da lui un complimento e udito la promessa di creare abiti da grande, gli affida un tailleur di Poiret da copiare. Il piccolo lavora sulla macchina da cucire della mamma e dopo cinque giorni il modello risulta pronto. E’ perfetto e curato.
La nobildonna diventa la sua protettrice e lo porta a Madrid dove studia da assistente sarto. Nel’19 registra il suo marchio, nel’32 causa bancarotta, l’azienda riapre sotto il nome di Elsa, omaggio alla madre. Apre tre boutique di successo, ma la Guerra Civile spagnola lo costringe a chiudere e a trasferirsi a Parigi. All’ottavo arrondissement, Avenue George V, un palazzo neoclassico a due passi dalla Senna, si stabilisce al terzo piano.
Debutta tardi, a 42 anni, ma il successo è enorme. Nel salone bianco, pieno di stucchi, clienti e acquirenti vengono accolti da Madame Vera, russa, che si accerta della loro identità. A regnare come direttrice è madamoiselle Renée Tamisier, che si occupa di tutto. Governa con autorità su più di 500 persone, una specie di computer ambulante, che conosce a memoria prezzi e fabbriche ed è solita richiamare tutti al lavoro con questa frase: ” Non abbiamo bisogno di spettatori”. Suo soprannome: la madre superiora.
Lo show inizia alle 3 di pomeriggio, con più di 30 clienti affezionati e altri curiosi.
Tra le sue modelle preferite spicca Colette che lavorerà per lui circa vent’anni; Solange, arriva dopo la Liberazione e resterà fino al 1960. La sfilata è un successo! Tre le settimane per avere un abito. I prezzi sono indiscutibili e si paga alla consegna. E’ tra gli atelier più cari di Parigi ma anche quello senza conti in sospeso. La clientela risulta prestigiosa: dalla duchessa di Windsor a Fabiola del Belgio. Barbara Hutton sceglie 19 abiti, la baronessa Mona Bismarck nel’63 ne ordinerà ben 88.
Nell’atelier dove regna il silenzio e la discrezione, campeggia la scritta sui muri dei laboratori: “Copiare è rubare”. Nel’56 l’ingresso ai giornalisti verrà vietato per un mese causa spionaggio.
Cristobal Balenciaga: il sarto mistico viene descritto come “uno spagnolo dalla voce gentile, dalla pelle bianca come un guscio d’uovo; capelli neri, lucidi, spazzolati all’indietro sulla testa ben fatta; occhi nerissimi; labbra sottili che rilevano un piccolo sorriso solo per esprimere un sincero piacere”.
E’ il primo a disegnare le culotte durante la guerra ed è il primo ad accorciare l’orlo sopra il ginocchio. Semplicità ed essenzialità. Audacità e leggerezza. Ecco le cifre stilistiche di Cristobal Balenciaga. Unite a morbidezza, lusso ed eleganza. Vita stretta, gonne che sembrano attillate e invece si rilevano ampie. Nero, blu, grigi e punte di rossi e verdi, ma soprattutto i gialli di Goya. E poi, l’ossessione per il collo scoperto tanto da indurlo ad allargarlo con le forbici qualora si trovasse davanti una signora con tailleur con collo aderente.
Nel’51 crea il primo abito con la giacca che si accosta al corpo. Il suo famoso “sacco nero” desta scandalo, ma poi ha un successo popolare che permane tutt’ora. Anche il suo celebre tailleur di tweed, con collo scostato e frangiato, sembra pensato da un sarto sportivo. Le sue follie creative fanno scuola: l’immenso chimono, il corto a palloncino, l’asimmetrico architettonico.
Qunado arriva il prét-a-porter si ritira, senza preavviso. Le poste sono in sciopero e al personale la notifica della chiusura arriva in ritardo. Due righe di licenziamento. Nient’altro. Uno shock per tutti. Ma lo stilista, ormai settantatreenne ha alle spalle circa mezzo secolo di attività.
Muore in ospedale a Valencia nel’72 per un infarto che lo coglie al mare durante le vacanze invernali. Quasi al lavoro mentre sta ultimando l’abito da nozze della giovane Carmen Bordiu, principessa borbone, nipote del generale Franco. Un addio improvviso e commovente, proprio come i suoi abiti capaci di far piangere per la loro incredibile bellezza… Schiva proprio come lui, Cristobal Balenciaga: il sarto mistico.
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