Sprazzi di brezze marine provenienti da Cipro portano con sè odore di divinità.
Atmosfere pacate si mescolano con quelle dionisiache, sfrenate , facendo da sfondo a mise che “vengono dritte dall’alto”.
Schiere di Afroditi avvolte in pepli appuntati sul corpo sono pronte a portar scompiglio tra i comuni mortali.
Figlie di Giove , mercuriali , risplendono di preziosi ricami e applicazioni adornanti petti (s)velati.
Solo passi leggiadri accompagnano gli outfits dove moderni pepli greci e tuniche romane risultano mise essenziali per i quattro passi nell ‘ Olimpo cittadino.
Tuffandoci nel passato : il peplo, ovvero il “panno tessuto”, dal latino peplum, era l’abito indossato dalle donne greche prima del 500 a.C (quando verrà sostituito dal chitone romano ) . Un semplice rettangolo di stoffa che giungeva fino ai piedi e che vedeva la parte superiore ripiegata su stessa formando un ampio risvolto ricadente fino alla cintola. I lembi così formati venivano trattenuti da spille o, meglio , fibule che andavano a trattenere anche il fianco scoperto ( in seguito poi cucito ) . Generalmente in lino, raggiungeva il massimo del lusso e della raffinatezza se in seta. In se racchiude ancora oggi quelle atmosfere idilliache caratterizzanti la sua terra d’origine .
Leggerezza e trasparenza mai macchiate di volgarità , nè in tempi arcani , nè nelle ere moderne . Dapprima semplicemente candido, oggi nutrito da colori cipriati e pastello, lasciandosi sedurre anche da lampi di colori accesi – fucsia , giallo , lime …
Instancabile amante delle tonalità profonde del mare e delle sue acque. Allude spesso ai suoi regali natali impreziosendosi di luce “dorata” nelle proposte gold ( gettonatissime per i red carpet ) .
Artefice da sempre di movenze sensuali, scandite da passi come su uno specchio d’acqua, può decidere se mostrare o nascondere una gamba, lasciando spazio alla seduzione del gioco della trasparenza .
Eterei , soffici , nuvole..Così si presentano i nuovi pepli .
Virtuosismi sartoriali permettono il panneggiare con mestiere sui corpi delle nouvelle dee . Per ogni piegolina : dedizione ingegneristica .
Subito la mente corre alla regina dei drappeggi : l’incontrastata Madame Grès. Collegandovi, con un balzo visivo la tecnica contemporanea della stilista Sophia Kokosalaki che sembra racchiudere nelle sue creazione quelle arcane atmosfere “olimpiche”, frutto delle ( mitiche ) radici della propria terra. Seta che si arriccia in vita, voile ripreso sui fianchi, tessuto plissè. Tutto da voce con discrezione alle forme.
A noi, piccole dee, non resta che cedere a questa moda senza esagerazioni di scollature ( poco divine ) e drappi eccessivi (onde evitare lievitazioni di fianchi e sedere) , scegliendo tra l’essere moderne Diane , Veneri o Minerve.
Vi sentite più amazzoni libere come Diana ? Via libera a versioni mini dei pepli da abbinare a micro shorts di jeans , bracciali rigidi in legno, tracolle-bisaccia e gladiator sandals .
Vi sentite guerriere come Minerva ? Perfetto un modello medio/lungo, in chiffon impalpabile, plissettato caratterizzato da un corpino con inserti in metallo.
Preferite l‘evanescente femminilità di Venere ? Versione ultralong per abiti-pepli a una spalla sola mettendo, così, a fuoco il corpo femminile con il più divino degli stratagemmi ( monospalla ), da millenni ben saldo nell’Olimpo della moda. Sandali gioiello asseconderanno le movenze sensuali dettate dalla stoffa, mentre un turchese, un corallo o un’acquamarina assicureranno il surplus di divinità.
Tutte pronte ad accogliere la magia delle notti incantate come dee ( del glamour )…Ma non preoccupatevi : i residenti di monte Olimpo non avranno nulla da punire ( solo da invidiarvi !! )…E voi quale dea sarete ??
fonti immagine : vogue.it ; liberograssi.it
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