“ Dunque né spettacoli, né feste, né opera qualunque della vita fu mai con tanto gloria celebrata…” Così si scriveva, nel XV secolo, a proposito del matrimonio.
Lo sposalizio, infatti, è stato sempre celebrato con particolare solennità sia per le sue molteplici implicazioni socio-economiche, sia per la garanzia di posterità che l’unione della coppia sembra assicurare.
Ci si sposa per amore, ma non sempre e questo accadeva soprattutto in tempi lontanissimi da noi, quando le nozze rappresentavano un vero e proprio “sodalizio” organizzato e deciso per scopi ben precisi.
Punto focale della scenografia nuziale rimane, in tutti i casi, l’abito nuziale. Carico di significati nelle fogge, nei colori, nei molti particolari e accessori che lo accompagnano e lo definiscono, spesso denotando anche lo status sociale di chi lo indossa.
Soltanto dopo la rivoluzione francese, con l’avvento del moralismo borghese, l’abito da sposa, rigorosamente bianco, è un tipo di abito che brilla di luce intensa e breve, come una meteora: la donna lo indossa un’unica volta nella vita e proprio per questo è connotato da una caratteristica che nessun altro elemento vestiario possiede.
Nell’antica Roma le spose indossavano bianche tuniche e si avvolgevano in un velo di garza purpurea, il flammeum: ornavano i capelli intrecciati con nastri o una coroncina di verbena, che le stesse fanciulle preparavano per il giorno dello sposalizio.
Le spose longobarde usavano tuniche di lana nera ricamate e coperte da manti rossi lunghi fino ai piedi; per le bizantine, che conoscevano l’arte preziosa della seta, vesti ricchissime in seta d’oro e trapunta di pietre preziose; sul capo corone e serti intrecciati di fili d’oro, di gioielli e fiori profumati.
Anche durante il Medioevo il rosso è, accanto all’oro delle decorazioni, il colore nuziale preferito, emblema di regalità e potere tanto più perché difficile da ottenere e assai costoso. Inoltre, la scelta del rosso acquista anche una forte valenza simbolica: rappresenta la capacità di generare e il “sangue nuovo”.
Le spose medievali erano solite indossare anche tunichette o cotte di lana colorata in turchino con maniche lunghe e strette e manti bordati di volpe, di vaio e scoiattolo; il lungo velo era fermato al sommo del capo da intrecci di perle e fili d’oro.
Durante il Rinascimento la sposa si adorna di rasi, velluti, broccati gioielli intarsiati nelle vesti e intrecciati tra i capelli, lunghi strascichi, assecondando l’unico precetto imprescindibile di quei tempi: lo sfarzo.
Nel 1493 Bianca Maria Sforza, nipote di Ludovico il Moro, sposa l’imperatore Massimiliano in veste di raso cremexino “et la coda lunghissima..havea in testa un ornamento de bellissimi diamanti e perle”. Le maniche della veste erano ampie e ricche come ali, tanto che due gentiluomini ebbero l’incarico di sorreggerle.
Nello stesso anno una quindicenne Lucrezia Borgia sposava a Roma Giovanni Visconti aprendo il corteo con un principesco abito di raso e velluto nero con lampi d’oro ed un lungo strascico sorretto dalla sua schiavetta negra. Nove anni dopo, rieccola in una veste d’oro tirato bordato di raso cremexino, con le maniche della camicia alla castillana, con un mantello di raso morello foderato di zibellino raccolto da un lato.
Un corpetto di velluto viola costellato di perle e diamanti e bordato di ermellino sosteneva la gonna ampia con strascico di Caterina dé Medici quando sposò Enrico d’Orléans. Le perle che componevano la ricca e preziosa acconciatura formarono la collana che circa vent’anni dopo Caterina, divenuta nel frattempo regina di Francia, regalò a Maria Stuarda quando quest’ultima il 24 Aprile 1558, indossando una veste candida come un giglio con uno strascico sorretto da due damigelle, divenne sua nuora.
Ecco una prima e sporadica apparizione del bianco poiché per tutto il Seicento l’oro e la luce investirono tutte le fanciulle nel giorno delle nozze in accordo con il gusto pomposo del barocco.
A impreziosire maggiormente le splendide vesti di damasco, broccato, velluto e raso ci furono trine ad ago e i pizzi a fuselli in seta e in oro, in una profusione priva di parsimonia e sempre più simbolo di ambita ricchezza.
Lo scoccar del secolo fu scandito dal matrimonio di due grandissime figure: Maria de’ Medici ed Enrico IV si sposarono il 6 ottobre del 1600. Una bianca e riccamente ornata veste che, nonostante il candore virginale, fece scandalo per l’audace scollatura quadrata che lasciava le spalle completamente nude e che attirò il biasimo degli ecclesiastici nei confronti della sposa.
Per la prossima stagione, Sarah Burton per Alexander McQueen ha proposto una collezione regale ispirata al barocco, tra cui spicca un magnifico abito ricco di intarsi, perle, incrostazioni di pizzo e organza, degno davvero di una moderna rappresentazione di un abito da sposa dell’epoca.
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