Chi – trovandosi ad indossare un abito che non piace più o dovendo scartare dal guardaroba un capo “ancora buono” – non ha avvertito la tirannia più o meno imperiosa esercitata dalla moda? E che per liberarsi proprio da un certo senso di inadeguatezza è corso a procurarsi un nuovo capo di abbigliamento corrispondente alla moda in corso? La moda sottomette, detta legge e noi, da sempre, stiamo al suo gioco.
Si vive calati nella moda e nei suoi termini, succubi di un fenomeno ambiguo e nello stesso tempo imprevedibile e sistematico, regolare e sconosciuto. E poiché in pratica nessuno riesce a sottrarsi alla moda, cerchiamo di prenderla sul serio ( la moda non è solo frivolezza).
Ma cosa si intende per “moda” ? In senso lato una concezione del costume generalmente accettata e ritenuta valida in un determinato momento storico. Essa abbraccia non solo l’abbigliamento, ma anche lo stile di vita e il modo di comportarsi in società. Eppure, nominando questa parola si pensa particolarmente (al solo) guardaroba.
La storia della moda è quasi certamente antica quanto quella dell’abbigliamento: dal momento in cui l’uomo scoprì la funzione degli indumenti per proteggersi dai disagi del clima iniziò anche ad esercitare la propria attitudine artistica. Eppure essa è dominata dal più potente istinto di imitazione: l’uomo si adatta all’ambiente, accetta la moda, tenta di distinguersi cedendo però all’imitazione. Una naturale fusione di opposti dunque.
La moda ha ritmi veloci, velocissimi e dietro questa sua mutevolezza si cela la promessa, sempre rinnovata, di un ideale assoluto di bellezza. L’uomo – o meglio il consumatore – è disposto a credere ogni volta in quella promessa, tant’è che si inchina ogni volta alla dittatura di una nuova moda. Moda e bellezza sono indissolubilmente legati e frutto di questa unione è l’ideale estetico alla quale la moda fa riferimento. Ogni epoca ha un proprio ideale estetico dettato proprio dalla moda e il terreno di prova è il nostro corpo. Basti pensare ai profili femminili medioevali con il ventre convesso, o la linea rococò , dalla vita esageratamente sottile. O, ancora, alla floridezza rubensiana e alla linea assottigliata e allungata che si ammira oggi.
La moda ha effettivamente un sapore di frivolezza e vanità, questo nelle sue apparenze più capricciose. Ma essa costituisce anche una parte di quella cultura di cui la quotidianità si alimenta, rispondendo all’insopprimibile bisogno umano di cambiamento ed è la variopinta illustrazione della vita di tutti i giorni. Riflettiamoci bene!
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