Da sempre prezioso e ricercato oggetto del desiderio. Oggi, sempre più protagonista indiscusso dello stile. Il merito va a quella sua allure che provoca, suggerisce, sottolinea senza svelare..Non c’è materiale pù sensuale e femminile.
Parliamo di pizzo. Storia antica di eterna femminilità, associato a momenti intimi e sensuali che irrompe con decisione nel guardaroba quotidiano. Non solo come dettaglio rubato alla lingerie, ma anche per abiti, pantaloni, camicie. Tesse le sue trame anche su fuseaux e leggings ad alto impatto, da indossare pure di giorno per sfatare la tradizione del “niente pizzo e trasparenze prima delle cinque”. Elargendo, poi, il suo tocco sugli accessori. Non più, dunque, materiale ideale solo per abiti (ed eventi) da sogno ma da sfruttare decisamente a piene mani.
Chi dice pizzo dice donna. Tra le lavorazioni del tessuto è questa una delle più antiche, oltre che la più femminile. Vera e propria macrotendenza di stagione in stagione.
Federico de Vinciolo, creatore di pizzi alla corte di Enrico II di Francia, nel Sedicesimo secolo definiva il pizzo “invenzione di una divinità e professione di una regina”. Qualcosa di talmente bello da non sembrare terreno, estremamente ricercato, prezioso e regale. Cinquecento anni fa come oggi.
Nonostante l’eccellenza tessile italiana ( soprattutto veneziana ) anche in questo settore, il pizzo è legato da sempre alla Francia. Che ne produce di bellissimi, con nomi accattivanti come macramé – di origine moresca, la cui lavorazione è basta sull’annodamento e l’intreccio di fili – o valencienne. Passando per il cantù – l’uso del tombolo venne introdotto nella cittadina nel 1903 da Madre Agnese di Borgogna. Il disegno è realizzato con l’intreccio dei fili, arrotolati su fuselli – e il burano – nato nel 1500, da sempre considerato il più pregiato e tra i più difficili da eseguire, richiede infatti la partecipazione di più ricamatrici, ognuna specializzata in un solo punto-.
Legate al folklore e alla tradizione: le donne chine a cucire e ricamare il corredo da sposa, l’abito per la festa, il velo per coprire il capo in chiesa, la mantiglia preziosissima. Una componente fortissima quella artigianale: che riporta al presente la manualità di una volta.
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Nella storia della moda il pizzo francese è per tradizione sinonimo di lusso. E oggi ben si adatta all’attitudine tutta parigina di capovolgere l’evidenza, di presentare il quotidiano in modo inaspettato, ma sempre con naturalezza e personalità. Come le trasparenze suggestive e il pizzo versatile per il giorno e lasera. Riportati in auge dalla moda italiana sconfinando soprattutto nelle mise più casual e quotidiane.
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Un casto abito bianco con la gonna a ballo quasi da debuttante. Una camicia nera che lascia intravedere tutto, un dress che lascia una spalla nuda, una t-shirt con inserti…. Il pizzo è multiforme. Perfetto interprete di stili e modi di essere differenti, quasi agli opposti. Purezza e sensualità. Tradizione e sperimentazione. Perché si addice sia per coronare un sogno romantico, sia per lanciare una sfida a due.
Veste le occasioni più disparate e ogni volta assume un contegno diverso. Prestandosi alle molteplici esistenze e ai molteplici ruoli in cui le signore si devono calare nel quotidiano.
Sfacciato. Seduttivo. Elegante. Romantico. Così sensuale, così chic e così “tanto” : forse non si può parlare di monopolio dello stile, ma ci siamo quasi.
Può essere “casto”, quando infittisce le trame nei toni carne e avorio, o licenzioso se impalpabile e nero.
Dimenticate guepiere e reggicalze, sottovesti e bustini. O meglio, rivedeteli, abbinandoli a gonne severe e camicie maschili. Perché pizzi e merletti saranno una tappa obbligatoria anche per la prossima stagione, ma solo a certe condizioni che a dettarle, manco a dirle ci pensò Miuccia Prada nell’autunno 2008: nelle sue mani il pizzo diventò emblema di un bon ton permeato di sensualità, mai sopra le righe, e forse proprio ancora più seduttivo. Linee e palette di colori ridotte al minimo, e il gioco (della seduzione ) è fatto.
Profuma di tradizione, radici e antico il pizzo delle collezioni (splendide) di Dolce & Gabbana: ora intessuto con pietre preziose, ora ricamato con fili dorati accompagnando ricami barocchi.
Se dovessimo eleggere un’icona per il pizzo, la scelta cadrebbe di certo su Madonna: con lunghi abiti nude look e lingerie in evidenzia stile “Like a Virgin” , o con inserti preziosi sul jeans alla “Papa don’t preach “ ; o ancora, in versione lady con la giacca di macramé.
Siete d’accordo?E a voi piace il pizzo o lo preferite solo per la lingerie?
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