Siamo abituate a una moda che cambia di stagione in stagione quando non addirittura nel corso di una stessa stagione.
Gli orli si allungano, si accorciano, le gonne si svasano, i pantaloni si stringono.
Non è raro che queste variazioni lascino il tempo che trovano, che vengano dimenticate al primo accenno di qualcosa di nuovo o per meglio dire di piu’ aggiornato.
Ci sono delle eccezioni però.
Poche in verità ma succede che una mise particolarmente riuscita crei un punto fermo nel mare sempre in movimento della moda.
Un punto a cui ritornare piu’ che occasionalmente, qualcosa che ha segnato una rivoluzione magari non tanto estetica quanto percettiva dell’abbigliamento.
Partiamo dall’inizio e con inizio intendo dire i tempi moderni perché perdersi nei meandri della moda di epoca romana potrebbe risultare complicato e anche un po’ noioso; partiamo da Paul Poiret che col suo talento pratico e la sua creatività ha segnato il passaggio dalla figura del sarto a quella di stilista di moda e che ha avuto l’indubbio merito (e se mai avete indossato un bustino stretto per più di un paio d’ore sapete quanto grande è questo merito) di liberare le donne dalla schiavitu’ della linea a “S”.
Sicuramente nella vostra mente sono presenti immagini di belle dame dalle gonne ampie, il vitino sottile come un fuscello, la schiena drittissima e il sedere un po’ sporgente: quella è la linea a S e per ottenerla i sacrifici e i patimenti erano all’ordine del giorno poichè il massimo dell’aspirazione era avere una vita con un diametro pari o inferiore ai 40 cm.
Poteva succedere che a furia di stringere gli organi interni scivolassero fuori posto o si deformassero, che il fiato mancasse e il sangue circolasse male tanto da provocare svenimenti quando non situazioni peggiori.
Poiret nasce da un commerciante di stoffe e come molti ragazzi in giovane eta’ viene mandato a bottega per imparare un mestiere, nel suo caso l’ombrellaio; con gi scampoli di stoffa degli ombrelli era solito fare abitini per le bambole della sorella.
La sua creativita’ non era certo saziata da un lavoro ripetitivo e poco fantasioso come l’assemblare ombrelli pertanto, appena raggiunta l’adolescenza, comincio’ a mostrare i suoi bozzetti a diverse case di moda: abitare a Parigi aveva in fondo i suoi vantaggi!
Inizio’ la strada del creatore di abiti non senza qualche inghippo dato il suo stile davvero poco convenzionale; non sempre chi gli dava lavoro (come la famosa Maison Doucet o la Worth) apprezzava quello che proponeva e lo stesso si poteva dire per i clienti.
Nel 1903 fece il salto di qualita’ e fondo’ la propria casa di moda facendo del lusso un po’ sfacciato e delle sue linee morbide il suo punto di forza; gia’ nel 1906 si trasferi’ in locali piu’ grandi e nel 1909 la sua fama era ormai assodata.
I suoi modelli ampi, drappeggiati, dalle linee e dalla costruzione semplici, a volte persino asimmetrici in diretto contrasto con la moda rigida e sostenuta che imperava facevano scalpore; i tessuti preziosi, riccamente decorati rendevano questi abiti esageratamente costosi e ovviamente desiderabilissimi.
Al di la’ dello stile la vera marcia in piu’ di quest’uomo fu l’idea di osare: oltre ad aprire un laboratorio e ad esporre in vetrina le proprie creazioni fece stampare copie dei suoi disegni per poterli divulgare il piu’ capillarmente possibile e organizzo’ anche una serie di sfilate ( o defilè come venivano definiti) non solo in Francia ma in buona parte d’Europa.
Diede il via alla prima forma di pubblicita’ di moda come la conosciamo oggi insomma, non a caso nel giro di pochi anni lo stile e il marchio Poiret vennero associati anche ad accessori, collezioni per la casa e altro ancora proprio come succede oggi per gli stilisti piu’ in voga.
Purtroppo le crudelta’ e i rigori della Prima Guerra Mondiale non risparmiarono nè lui nè la sua maison: obbligato a mettersi al servizio dell’esercito per la creazione di uniformi una volta finita la guerra l’azienda un tempo florida era ormai in bancarotta e, problema ancora maggiore, gli sconvolgimenti economico-sociali degli anni precedenti avevano reso il suo stile opulento fuori luogo e fuori moda.
Pur essendosi dedicato alla creazione saltuaria di abiti per il cinema e il teatro non torno’ mai ai fasti anteguerra e, nonostante il grande contributo dato alla moda moderna, lui e le sue mise fluide sono sconosciute alla maggior parte delle fashioniste di oggi.
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