Preparatevi: verrà quella terribile mattina in cui una blusa -o, se di sera, il consueto tubino nero- sarà quanto di più creativo riuscirete ad indossare. Perchè la vita (e soprattutto la moda) è fatta di soluzioni semplici a problemi complessi, ecco che (ri)torna utile il colletto. Da quello tradizionale, educando nel suo stirato candore a quello più ardito con guizzi, scintillii e lampi di luce rubati dallo scrigno dei preziosi.
Non c’è passerella senza un colletto (speciale). Un gran ritorno, questo forse inaspettato, ma che ha fatto subito centro nel cuore (fashion) di tutte noi.
Ma quando ha fatto la sua prima comparsa?
Fin dall’alto Medioevo gli abiti non avevano colletto. Solo nel secolo XIII comparve una sottile striscia allo scollo, dal quale si svilupperà gradualmente il colletto ritto. Nei secoli XIV e Xv piccolo colletto ritto era tipico per il giubbetto e il mantello da uomo della moda borgognese.
Ecco una serie di specifici colletti e guarnizioni del collo che hanno caratterizzato la storia del costume.
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Berta: guarnizione a forma di colletto sulla larga scollatura del vestito femminile, di moda tra il 1830 e il 1860 circa.
Colletto alla Stuarda: collo di pizzo irrigidito da un’armatura di fil di ferro; il suo nome deriva da quello della regina di Scozia che adorava indossarli.
Falpalà: striscia di stoffa increspata o pieghettata, in volant, visibile sul petto sotto il mantello aperto davanti; faceva parte della sottoveste nel periodo del rococò.
Fisciù: fazzoletto di batista, seta o pizzo, che ricopriva la scollatura del corpetto. Venne portato soprattutto tra il 1750 eil 1830.
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Folette: fazzoletto da collo di forma triangolare, di stoffa leggera e in tonalità chiare. Diffusa nella prima metà del secolo XVIII, la folette era portata lenta intorno al collo, con le punte incrociate sul petto e riposte nella parte anteriore della scollatura.
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Gorgiera: imponente e maestosa, quasi all’inevrosimile, la ritroviamo in tutti i dipinti della fine del ‘500 e del ‘600. Questo colletto a pieghe fitte e strette, chiamato in Francia fraises e lattughe in Italia, in vari modelli di mussola o trina, risultò una delle componenti essenziali dell’abbigliamento elegante di quei tempi. Le notevoli dimensioni raggiunte intorno al 1586 la fecero bersaglio per satire e caricature.
La gorgiera era in lino finissimo, cucito, pieghettato, inamidato e spesso irrigidito con fil di ferro. In Germania e nelle Fiandre, sotto il nome di Duttenkragen furono portate fino all’inizio del secolo XVIII. Per molti decenni ancora la giorgiera rimase poi una componente obbligatoria del costume ebreo. Tutt’ora sopravvive in certi costumi regionali e nell’abito di Pierrot.
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Koller: (o goller, dal francese collier), è un colletto da donna ricoprente collo e spalle, dal quale si sviluppò in seguito la giacchetta a bolero dello stesso nome. Il koller fu di moda nei secoli XV e XVI.
Mouchoir: in francese fazzoletto, è una pezzuola usata alla fine del secolo XVIII per coprire lo scollo del caraco, l’ampio negligé con mezze maniche che fu il predecessore della giacchetta femminile.
Palatina: colletto a forma di sciarpa introdotto in Francia da Elisabetta Carlotta von der Pfalz, principessa palatina, suocera di Filippo d’Orléans. In pizzo, seta o velluto, la “palatina” era foderata, imbottita, spesso orlata di pelliccia, e interamente sopra gli abiti invernali.
Pettorina: inserto che riempie in parte la profonda scollatura dell’abito femminile. In voga fin dal secolo XVI, a quel tempo venne adottata anche nell’abbigliamento maschile. Nel secolo XVIII fu chiamata in Francia pièce d’estomac. In molti costumi regionali sopravvive tuttora.
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Rabat: colletto di lino o pizzo, teso o pieghettato, rovesciato e diviso in due parti. Diffuso all’epoca di Luigi XIV, durò fino al 1700, quando si mutò in cravatta e jabot; sopravvive oggi nell’abito del pastore protestante e in quello dei magistrati.
Revers: piccolo risvolto sul davanti dell’abito, rimasto al posto del colletto che sparì poichè perso ogni ragion d’essere sotto la parrucca settecentesca con i riccioli.
Ed oggi, invece? Femminili, sognanti e frou frou, possono essere semplicemente in pizzo oppure ultradecorati, capaci di incorniciare e rischiarare persino il viso più austero, allegerendolo dalle grisaglie da orario continuato. Indispensabile, poi quel suo tocco da dettaglio speciale capace di trasformare anche il capo più basic. Un cult da ladylike!!
Scyntilla
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