Innovazione tecnologica nel fashion business, ritorno alle origini e regresso agli istinti primordiali: tutto questo, e non solo, è Runway360.
Runway360: sfilata di moda in video 360
Inaugurata il 13 luglio 2017 e aperta dal lunedì al sabato, dalle 11.00 alle 18.00, si concluderà il 12 agosto 2017. È Runway360, la sfilata di moda in video 360° realizzata con la videocamera Samsung Gear 360 a Brera, nel corridoio sotterraneo antistante il Deposito dei Gessi, uno scenario che sembra post-apocalittico: le modelle e i modelli emergono da nuvole fumo e rappresentano un’icona postmoderna unica, dal sapore di passato.
Chi sono i fashion designer di Runway360? No, non si tratta di colossi della moda come Dior e Tommy Hilfiger, noti anche per le loro sperimentazioni tecnologiche, ma di due artisti emergenti: Giuseppe Cotugno e Martina Carosella, studenti della Scuola di Progettazione Artistica per l’Impresa di Brera/Laurea in fashion design, che hanno deciso di lasciare un segno con innovazione tecnologica creando una video sfilata a 360° a cui il pubblico può partecipare indossando Samsung Gear VR.
Le due collezioni hanno titoli emblematici: RELIKT e PARAPHILIA.
La sfilata fa parte della terza edizione di “Accademia Aperta”, evento in cui l’Accademia di Brera si apre al pubblico offrendo la possibilità ad ogni Scuola di presentare i lavori degli studenti.
RELIKT di Giuseppe Cotugno
RELIKT, letteralmente “relitto”: termine tedesco che si origina dalla parola latina “reliquiae”.
Reliquia, un pezzo di materia che è stata “viva” e che non lo è più, ma che rimane immortale nell’immaginario comune. L’immortalità della carne, dunque, esiste: come ricordo di una gloria passata che diventa contemporanea grazie alla venerazione.
L’abito diventa reliquia, oggetto di venerazione da parte di chi lo possiede, ma soprattutto di chi lo ha creato: un corpo che non appartiene a quell’abito, ma a cui l’abito sarà inevitabilmente legato perché sangue, saliva, pelle e capelli finiscono involontariamente su tessuto e fili come firma nascosta, in un legame inscindibile.
Ogni abito è firmato con il sangue di chi lo ha ideato, realizzato e, soprattutto, amato.
Ma l’ispirazione principale è sicuramente costituita dalle più grandi categorie di reliquia: “ex ossibus” ed “ex sanguine”, profondamente legate al territorio di Napoli dove la suggestione popolare e l’attenzione legata al mondo dei santi sono molto forti.
Per EX SANGUINE, la scelta è quella di riprodurre l’apparato circolatorio come se fosse appena sotto la pelle, rendendolo visibile e prezioso con ex voto ricamati e arricchiti da numerosi dettagli.
In EX OSSIBUS, le ossa e i resti mortali del corpo, resi visibili da lastre a raggi X, applicazioni e ricami, ci raccontano anche una storia di malattia e di guarigione: il corpo nella sua fragilità è esposto, diventa una confidenza intima allo spettatore con cui si condividono gioia e dolore.
Ecco ciò che ha ispirato Giuseppe Cotugno per la creazione di RELIKT, una collezione dalle forme morbide e scivolate e dalle nuances classiche.
PARAPHILIA di Martina Carosella
La definizione di “parafilia” è: “Anormalità psichica nella ricerca del piacere e della soddisfazione degli istinti, spec. sessuali”.
L’abito è una protezione, un modo privilegiato di identificazione scelto appositamente per darsi un’identità, qualcosa che “protegge” dai “pericoli” esterni. Vestirsi è un impulso naturale, che consente di tornare alle origini, perché: “Il vestito […] è la placenta ricostituita”.
PARAPHILIA significa non voler essere uno, ma molteplici cose, è nascere in un involucro e cercare quella sicurezza per sempre.
La collezione si divide in 3:
i primi 2 outfit “Just Appearance”, si rifanno al dover esser uno e al dover forzatamente nascondere le altre molteplici personalità per poter essere accettati dalla società.
Gli outfit “Sroke Me” e “B(l)ow-Job” rappresentano quello che è il classico simbolo della femminilità: il fiocco, applicato in punti evocativi. Il vestito divide l’interiorità dall’esteriorità, costituendo il limite del soggetto.
Gli ultimi due outfit, “Delirium” e “Tremens” sono forse i più emblematici, rappresentativi della costrizione sociale o di quella fatta piacere.
Il primo si rifà all’Hula Hoop e alla visione della Mistress per eccellenza, rappresentata dallo stivale alto.
Il secondo rappresenta il “delirio tremante”, una grave psicosi che può insorgere nell’alcolismo cronico. Tremens è costrizione assoluta, fatica di muoversi, l’involucro e la gabbia dentro cui siamo costretti a stare.
Cos’è giusto e cos’è sbagliato… il genere, il bondage, l’involucro, la sofferenza?
Runway360 – lasciamo parlare le immagini
Difficile descrivere a parole queste due collezioni, meravigliose nel senso stretto della parola, perché destano meraviglia: si originano da concetti apparentemente semplici, come l’attaccamento al passato e alle cose materiali o come la ricerca di sicurezza e di piacere, per diventare creazioni originali e uniche, per niente banali pur nascendo in un’epoca storica in cui a volte pare si sia già visto tutto.
RUNWAY 360CREW
STILISTI: Giuseppe Cotugno e Martina Carosella
CURATRICE: Laura Tettamanzi (Docente Design management Scuola di Progettazione Artistica per l’impresa)
COORDINAMENTO RIPRESE 360: Gianluca Ferremi (Visyon 360 BARCELLONA)
RIPRESE 360: Salvatore Caruso
RIPRESE BACKSTAGE: Franco Zanetti
FOTOGRAFIA: Giorgia Villa (fotografa di moda)
FOTOGRAFIA BACKSTAGE: Luca Condorelli
MAKE UP e HAIR STYLING: Laura Portomeo e Chiara Cividini (make-up artist professioniste) per Smashbox Cosmetics Italia
MODELLI: Rugile Ivanauskaite, Sofiya Zlobina, Ksenia Tokmina @Wonderwall Management, Vasilya Pulatova @BeNice Model Agency, Artem @Brave Models
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