Ciao a tutti!
Indiscusso simbolo della sensualità femminile, è impossibile non averne almeno un paio nell’armadio, anzi, non averne un paio adatto ad ogni occasione! Tacco alto, basso, a spillo, zeppa, quadrato, a cono, di qualsiasi forma o colore la moda l’ha sempre visto come protagonista, scavalcando la certezza di scarpe comode come tennis e ballerine per affermarsi come potente mezzo seduttivo e di eleganza. Non è necessario mettere per forza un tacco da 12 cm per conquistare quel tocco in più che rende le nostre gambe lunghe e slanciate (soprattutto se poi si hanno problemi di equilibrio come accade alla sottoscritta) basta solo che ai piedi sia presente il tacco giusto per trasformare qualunque abito o pantalone si indossi.
Del suo utilizzo si trovano tracce fin dall’antichità, anche se molto lontano dalle finalità estetiche nate successivamente come, per esempio, in Egitto, dove si pensa che fossero applicati dei rialzi alle scarpe dai macellai per evitare si sporcarsi i piedi con il sangue degli animali. Nel Medioevo invece si calzavano robusti zoccoli al posto di scarpe fatte con materiali leggeri per camminare su strade sporche di fango in modo tale da non rovinarle, mentre nel corso del 1500 spesso i cavalieri li indossavano per agganciare meglio il piede alle staffe dei cavalli ed avere quindi una presa più sicura.
Forse la prima apparizione con senso estetico di deve alla celebre Monna Lisa dipinta da Leonardo da Vinci che, si dice, ne calzasse un paio proprio in occasione del suo ritratto per migliorare il suo aspetto. Di più certa attestazione sono invece le scarpe portate da Caterina De’ Medici nel 1533 durante il suo matrimonio con il Duca d’Orleans, futuro re di Francia e di imponente altezza rispetto alla bassa statura di Caterina. Con l’intento di apparire più bella e di stupire la nazione francese con qualcosa di originale che compensasse il suo scarso aspetto fisico, mise in quella particolare circostanza un paio di tacchi che le consentirono di guadagnare un po’ di centimetri ed una camminata più fluida e sensuale.
In tacco inizia così a diventare simbolo di nobiltà affermandosi nel tempo anche grazie a Luigi XIV che, nel 1700, metteva dei tacchi rossi spesso raffiguranti delle decorazioni con scene di battaglia. Inoltre la vernice rossa era costosa all’epoca ed i ceti più poveri trovavano scomode le calzature alte per lavorare nei campi, perciò preferivano indossare scarpe basse e confortevoli, facilitando così l’identificazione del tacco come oggetto ricco e nobile.
Nel corso del 1900 la storia del tacco ha subito alti e bassi, poca importanza gli è stata data nella prima metà del secolo quando, a causa dei conflitti mondiali e della conseguente povertà circostante, si prediligevano calzature piatte, comode e modeste. Nei primi anni ’50, finita la guerra e con una situazione socio-economica più stabile, il designer francese Christian Dior e lo stilista Roger Vivier si uniscono in una collaborazione che crea lo “stiletto”, ovvero il primo tacco a spillo, che diventa subito modello femminile d’eccellenza.
Con l’ingresso nel decennio successivo ed il fervore dei cambiamenti che negli anni ’60 e ’70 hanno contraddistinto la società occidentale e, soprattutto, l’universo delle donne con la nascita del femminismo e la lotta per l’affermazione dei propri diritti, hanno portato la moda in secondo piano. Il tacco a spillo era considerato come opprimente in quanto stereotipo sessuale di sottomissione verso il genere maschile, perciò ha lasciato spazio a scarpe meno femminili e con tacchi più compatti, adatti allo stile hippie ed ai pantaloni a zampa d’elefante molto diffusi negli anni ’70.
Dagli anni ’80 in poi la femminilità è stata decisamente rivalutata ed anche la moda si è espressa di conseguenza riaffermando l’eleganza e la sensualità che contraddistinguono il tacco alto, fino ad arrivare ad oggi che rappresenta un oggetto bramato da tutte le donne.
E quindi siamo disposte a sopportare un po’ di dolore, ma rinunciare al tacco alto non si potrebbe mai!
e voi cosa ne pensate?
A cura di Cristina Monteleone
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