Loafers, slippers…chiamatele come volete, ma il caro “vecchio mocassino”, da un po’, è tornato prepotentemente ai piedi delle shoes addicted più incallite (scusate il gioco di parole…a proposito di piedi!).
Ma il mocassino dove, come e quando nasce?
Le sue origini son molto antiche, risalenti addirittura agli indiani del nord – America che inventarono, appunto, i penny loafer, fasciando il piede con un pezzo di morbida nappa, alzata lateralmente. Tanto che il termine “mocassino” deriva proprio dalla traduzione della parola calzatura nel linguaggio dei pellerossa.
Nella sua forma, più simile a quella attuale, prende vita nel 1932 grazie alla famiglia americana Spaulding che ne avvia la produzione.
Negli anni ‘30/’40 i penny loafers raggiungono il loro picco massimo, diventano più eleganti e sofisticati, indossati addirittura sotto al frac, da Fred Astaire.
Oggi i mocassini sono diventati un’alternativa fashion, meno bon ton e meno femminile delle evergreen ballerine.
Dopo i classici Tod’s o Car Shoe, esistono davvero tanti modelli, economici o no, per soddisfare tutti i gusti ed esigenze.
Semplici in pelle o camoscio, animalier o zebrati, borchiati o strassati, camouflage o tinta unita.
Versatili e comodi si prestano – quasi – a qualsiasi outfits: perfetti in ufficio, magari colorati, per spezzare il rigore di un tailleur, ma anche in occasioni meno formali, per un giro di shopping, ad esempio, dove è d’obbligo la comodità; per ovviare al tacco 12cm, come visto anche nelle sfilate milanesi del mese scorso, saranno il pezzo stravagante che renderà unico l’outfit; con un blazer colorato e un jeans, invece, renderanno il vostro outfit originale e sbarazzino; con gonna a pieghe e maglia a righe saranno un richiamo eccellente allo stile collegiale.
Ammetto di aver ceduto a questo trend.
I miei mocassini sono in camoscio, neri, borchiati. Li adoro!
E voi? Cosa mi dite al riguardo?
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