S.O.S : avvistamenti sospetti. “Ruggenti figure” si aggirano nella savana urbana, pronte a farsi largo.
Il ruggito della foresta rimbomba tra strade le asfaltate. Calma!! Le belve feroci si sono trasformate in docili gattini.
Livree leopardate, tigrate, “ghepardate” tornano a disegnare un trend che, nonostante l’andamento ciclico della moda, non ha mai conosciuto zone d’ombra.
Sofisticato o wild, aggressivo o dolcemente sensuale, il maculato ha una storia antica e molti rimandi simbolici.
Quando lo si nomina si pensa al lusso estremo, assoluto, culto per pochissimi adepti.
Sorvolando sulla sua venatura trash, la storia di questa stampa è di tutto rispetto. Radici antiche e nobili che rimandano ai tempi che furono quando era un’insegna di comando, privilegio di un’aristocrazia fatta di principi, magistrati e sacerdoti. Ma anche simbolo di forza e virilità per l’uomo nell’antica Grecia.
In egitto, invece, le donne “maculavano” le proprie tuniche con una tecnica simile allo stencil.
Una delle mise preferite delle attrici più importanti del periodo, che ne facevano largo abuso con un total look.
Come non ricordare questa fantasia che avvolgeva una splendida Ava Gardner in un succinto body firmato Dior? O l’eleganza discreta e fragile di Audrey Hepburn stretta nel suo cappottino maculato negli anni Sessanta?
Raffinatezza, eleganza e preziosità mantenuta fino agli anni ’80, che ne hanno cambiato i connotati, democratizzandolo in un certo senso, ma rendendolo spesso eccessivo. Soprattutto quando divenne una caratteristica stilistica del movimento punk (l’abbinata leggings leopardati + Dr Martens) e la chiave di lettura trasgressiva per le pop star.
Oggi urla la sua anima wild con allure glamour riconquistando il proprio trono nel fashion system.
Le stampe si sono lasciate addomesticare e oggi non spaventano più.
I micioni della savana hanno cambiato il pelo, scoprendo un lato dolce, romantico e simpatico fatto anche di zampate colorate per versioni pop.
A voi piace il maculato?
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