La frase che le donne pronunciano più spesso è “Ho bisogno di un paio di scarpe!”. Tradotto in “ Sono dell’umore giusto per aggiungere un altro paio alla mia collezione”. Pump eccentriche, decolletée affusolate, zeppe, platforms, sneakers, mocassini, sandali..La lista è lunghissima e spesso mette d’accordo vanità e praticità.
E nei secoli passati, invece? Quando hanno fatto capolino le prime scarpe? Quali i modelli più caratterizzanti?
Bisogna incominciare con il primo prototipo di scarpa: una forma primitiva costituita da una suola per proteggere la pianta del piede dal contatto diretto con il terreno.
I sandali a legacci conosciuti nell’Antichità, dai Greci e Romani, furono adottati generalmente anche nel Medioevo. Ancora oggi, nei Balcani, si portano calzature tipo sandalo, legati con nastri (opanke), per non parlare delle ciocie italiane, usate dai contadini del Lazio Meridionale (Ciociaria), della Campania e del Molise.
Nel Medioevo si cominciò a usare una specie di stivaletto in pelle e feltro, che arrivava fino al polpaccio: i borzacchini. Si portavano inoltre grandi stivaloni a tromba, dal gambale allargato a forma di imbuto, e più tardi persino ornato di pizzo.
Ecco un elenco delle calzature più importanti che hanno caratterizzato la storia del costume nel corso dei secoli.
Calceo
Stivaletto di cuoio alto fino al malleolo, in uso nell’Antica Roma e adottato anche da alcuni popoli germanici.
Ciocia
Calzatura costituita da un rettangolo di cuoio con le punte rivolte verso l’alto e fissato a una tela che, ricoprendo il piede, sale fino a quasi il ginocchio, legata intorno alla gamba con strisce di stoffa incrociata. Originarie della Ciociaria, tuttora vengono usati dai pastori laziali, abruzzesi e campani.
Coturno
Scarpa con alta suola di sughero, in pelle colorata e molto ornata, diffusa nell’Antica Grecia tra i ceti superiori. Dal tempo di Eschilo i coturni furono adottati dagli attori delle tragedie greche per sembrare più alti sul palcoscenico.
Ghetta ( o uosa)
Sopracalza di panno, tela pesante o cuoio, con chiusura laterale abbottonata, che proteggeva la caviglia. Una versione “moderna” delle ghette, ovvero senza suole, appare nel secolo XVII In Francia, per poi diffondersi negli altri paesi.
Dal XVIII entrarono a far parte dell’uniforme militare, perdendo nel secolo successivo la loro funzione e praticità nel guardaroba femminile in seguito all’introduzione della galoche. Nella moda maschile comparvero saltuariamente fino ai primi del Novecento nelle versione mezze-ghette corte.
Pantofola
Calzatura leggera, maschile e femminile, attualmente usata come scarpa da casa, nota anche con il nome babbuccia, di derivazione turca. Giunta in Italia dal Medio Oriente, nel Rinascimento era una calzatura molto elegante per uomini, preziosamente lavorata in seta o pelle fine. Alla fine del XVI la pantofola fu riservata esclusivamente al guardaroba femminile, e due secoli dopo venne degradata all’uso attuale fino al trend che ha preso piede (è il caso di dirlo) da diverse stagioni: quello, appunto delle pantafole che abbandonate le mura di casa sono pronte per farsi un giro in città. Slippers e non più pantofole, sono proprio le nipoti di quelle pantofole da camera, in seta o velluto, con una suola rasoterra ed una tacco basso e largo, simili ai mocassini, rappresentanti la tenuta da notte di signori aristocratici e dell’alta borghesia che spesso facevano ricamare in oro le proprie iniziali o lo stemma della propria casata. Oggi non solo le ritroviamo sia in velluto che in seta, ma anche stampate, borchiate, paillettate, stampate, sottoposte così, senza alcun indugio, all’estro creativo e modaiolo confermandosi un must mantenendo, però, un’allure decisamente classy.
Sandalo
Suola protettiva di legno, sughero, cuoio o altro materiale, fissata al piede mediante strisce o laccioli dette guigge. E’ la più antica calzatura in assoluto. Gli antichi Egiziani ne producevano di paglia, canapa o papiro. La forma classica è quella che possiamo osservare in certe sculture greche. Il sandalo romano era chiamato solea. Alcuni rinvenimenti da tombe copte mostrano una variante nella quale i bordi della pianta in cuoio sono ritagliati in modo da formare cinghie. Portati anche nel Medioevo, successivamente persero la loro importanza, per ricomparire solo alla fine del Settecento, nella Francia del Direttorio, quando tornò in auge la moda antica ed il culto per l’arte e la civiltà classica. Fedeli ai corsi e ricorsi della moda, anche i sandali romani stile gladiatore, da un paio di stagioni fanno decisamente tendenza.
Scarpa a becco d’anitra
Calzatura piatta, molto scollata e dalla larga punta quadrata, in voga nell’epoca della Riforma, dopo il 1450. In cuoio marrone o nero, quelle dei nobili erano in pelle colorata, velluto o seta. In Italia erano portate solo dai Lanzichenecchi.
Scarpa à la poulaine
Calzatura dalla punta anteriore più o meno lunga ( fino a varie volte la lunghezza del piede), che in certi casa veniva attaccata ad una catenella perché non impedisse il passo. Giunta dall’Oriente con le prime crociate, questa fantasiosa calzatura si affermò in tutta Europa con la moda borgognona.
Scarpina ( o scarpetta)
Leggera calzatura detta escarpin in Francia. Affermatasi verso la fine del Settecento, inizialmente senza tacco, veniva portata con giustacuore e culottes. Con l’aggiunta della fibbia, fece parte della tenuta da ballo maschile per gran parte dell’Ottocento.
Stivaletto
Calzatura prevalentemente maschile, fa la sua comparsa nell’abbigliamento femminile all’inizio del 1800. Inizialmente arrivava al polpaccio, aveva la punta arrotondata e portava delle stringhe che percorrevano l’intera parte anteriore. In seguito si aggiunse un tacco basso e piuttosto grosso mentre a partire dei primi del Novecento la linea si assottiglia e il tacco si innalza ancora di alcuni centimetri.
Sessanta arriva il boom: da semplici accessori a veri e propri protagonisti del look femminile. Inguinali, dalla punta squadrata, tacco rasoterra e zip laterale per mettere una certa aderenza di linea. Negli anni Settanta linea diventa più tubolare, la punta nuovamente tonda, mentre il tacco (di legno) si irrobustisce. Negli anno Ottanta la linea si ammorbidisce ulteriormente grazie al camoscio che permette di creare delle pieghe ottenendo una lunghezza anche alla caviglia.
Ogni modello è legato a epoche, civiltà e momenti ( e ricordi) precisi.
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