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Sarà per una forma di patriottismo (anche io sono calabrese) o perchè ultimamente non si fa altro che parlare della collaborazione con H&M, che oggi voglio raccontarvi la storia di un’altra casa di moda, tra le più importanti nella scena italiana:Versace.
Gianni Versace nacque a Reggio Calabria nel 1946 e, come si usava a quei tempi, sin da piccolo iniziò ad imparare il lavoro di sarto. Uno di quei lavoretti che i bambini facevano dopo la scuola..un lavoretto che, nel 1978, diventò la “Gianni Versace s.p.a.” .
Fu proprio in quell’anno che la prima collezione femminile sfilava sulle passerelle francesi acclamando il favore degli spettatori. Da quel momento infatti tutto andò in salita: Gianni vinse un premio come miglior stilista, inizò la sua collaborazione con teatri che consisteva nel disegnare, per l’appunto, i costumi di scena e creò la linea “Youg Versace“.
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Un punto in più rispetto agli altri? Il suo animo nobile, che non mancò di dimostrare collaborando con la “Elton John AIDS Foundation” .
Fu grazie a questi grandi successi che molte star del mondo dello spettacolo iniziarono a pretendere che i loro armadi (o meglio, le loro cabine armadio) fossero colmi di “Versace”. Lo stilista disegnò tanti abiti per Madonna, la quale diventò anche sua testimonial.
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La vita di Gianni Versace fu ricca di incontri che sicuramente la cambiarono sia sul piano personale che professionale: a cominciare da quello con il fotografo Richard Avedon e poi Mario Testino per finire con l’incontro con il Presidente della Repubblica, Cossiga, che lo nominò addirittura Commendatore.
Come succede nelle belle favole però c’è sempre qualcosa in agguato a rovinare l’armonia.
Nel 1996 Gianni Versace viene (inspiegabilmente) ucciso da un tossicodipendente (anche se fonti certe -vi fu un pentito- dicono per un debito con la ndrangheta) mentre si trovava nella sua casa di Miami.
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La casa di moda a questo puntò passò definitivamente nelle mani della sorella più piccola Donatella. Sin dagli anni Ottanta/Novanta Donatella aveva iniziato a collaborare con il fratello, aiutando soprattutto nelle campagne pubblicitarie, ancora famose per il loro particolare estro.
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(cambiamento non indifferente)
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Mentre, in termini economici, Donatella possiede solo il 20% delle quote della s.p.a. della quale è direttore creativo e vicepresidente mentre il 50% è di sua figlia Allegra.
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Oggi Versace è tra i numeri uno in fatto di: abbigliamento, accessori, pelletteria, gioielli, profumeria e arredamento.
Per chi volesse visitare il primo atelier Versace e si trovasse in quella terra meravigliosa che è la Calabria, basterà andare al n°13 di via Tommaso Gulli..lì dove Gianni, ancora bambino, infilava il suo primo ago da cucito.
“Reggio è il regno dove è cominciata la favola della mia vita: la sartoria di mia madre, la boutique d’Alta Moda. Il luogo dove, da piccolo, cominciai ad apprezzare l’Iliade, l’Odissea, l’Eneide, dove ho cominciato a respirare l’arte della Magna Grecia“.
(Gianni Versace, 1992)
Eh sì, il mio era puro patriottismo!
carolina dice
Ma Donatella è irriconoscibile!!!! O.O
Ottimo articolo, brava! E viva il patriottismo 😉
Giulia dice
Si è praticamente un’altra persona..fa paura!!
Grazieeeeeeeeeeeee 🙂