Una borsa che nasce come opera d’arte? Sì, è possibile… e capita sempre più spesso! La Whitney Bag realizzata da Renzo Piano per Max Mara è la “limited edition” del momento.
A pochi mesi dalla collaborazione tra Louis Vuitton e l’archistar quali Frank Gehry, Max Mara è andata oltre, realizzando una partnership con il Whitney Museum of American Art, tremila metri quadrati d’arte moderna in una struttura progettata da Renzo Piano e situata nel cuore del Meatpacking District, a New York.
Durante il party d’inaugurazione, solo su invito e con quattromila persone presenti, il Presidente di Max Mara Luigi Maramotti ha dichiarato: “Da tre anni siamo partner del Whitney Museum al quale prestiamo spesso delle opere. In cinque minuti ho detto sì al sostegno. Sono un fautore della teoria della creatività senza confini, libera di essere. Non mi piace pensarla ghettizzata entro limiti territoriali”.
E proprio da una creatività senza confini viene il nuovo oggetto di culto, il nuovo “vorrei ma non posso” per le fashioniste da tutto il mondo, ma anche per chi è appassionata di architettura e design, oltre che di moda.
Infatti, la Whitney Bag è stata prodotta in soli 250 esemplari, immediatamente andati a ruba. Prima ad indossarla, al party d’inaugurazione, è stata Milly, moglie di Renzo Piano e noto Architetto dello Studio.
La Whitney Bag, progettata dal Renzo Piano Building Workshop ispirandosi proprio al progetto del Whitney Museum, riprende la forma, i colori e le venature dell’edificio.
“Mai avrei pensato che questa visione potesse realmente essere. Ho mandato a Genova i miei convinto che sarebbero ritornati sconfitti e invece la Renzo Piano Building Project ha accettato. Non potevo crederci. Nei tre mesi a seguire aspettavo sempre con ansia i report sulle riunioni progettuali del mio staff e del suo. Entrambi non volevamo una borsa da vendere ma un oggetto che restasse”, racconta ancora Maramotti.
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